Ricerca e valorizzazione dei linguaggi della pittura antica
Per meglio spiegare la mission, dedichiamo due righe al periodo storico che intercorre tra la fine del 700 e l’inizio del 900 in Europa.
Questo intervallo di tempo è decisivo per la comprensione delle questioni estetico-critiche del periodo, argomento della nostra ricerca.
Nell’epoca storica che abbiamo indicato, la pittura, e più in generale l’opera d’arte, rispecchia fortemente le problematiche politico-sociali del momento, e meno gli aspetti estetico-formali dell’opera stessa.
Quest’osservazione ci viene da vari storici ottocenteschi, tra cui Pietro Selvatico, professore di estetica e storia dell’architettura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1856. Nella sua Storia estetico-critica delle arti del disegno – 1856 (pp. 24,25), Selvatico scrive:
“…altrettanto è doloroso lo scorgere, che dimenticammo quelle tecniche insigni per cui ci vennero tante opere, meravigliosamente colorate e chiaroscurate. Chi è che sappia, (salve rare eccezioni) dipingere più una figura colla trasparenza e la lucentezza del Caliari? Chi è che sappia darle il rilievo di Leonardo, o il succoso colore e il dotto chiaroscurare di Tiziano; chi disegnarla di quel segno fermo e largo di Raffaello? […] La scienza di far che le masse non manifestino se non que’ particolari che valgono a dar carattere evidente all’idea, ci manca quasi del tutto. Laonde ci manca il grande, il largo dell’arte antica, a riguadagnare il quale, più assai che speculazioni filosofiche, ci abbisognano tecniche sicuramente imparate…”
La citazione è chiarificatrice anche di certe reazioni critiche dell’epoca verso il lento declino dei procedimenti dell’arte: altri Storici come Leopoldo Cicognara, Gaetano Previati, Georg Vibert e lo stesso Selvatico insorgono al lento declino dei procedimenti pittorici dell’arte antica, prospettandone il necessario recupero quale valore irrinunciabile per l’umanità.
Da questa premessa trae ispirazione la nostra mission. Il proposito, oggi come allora, continua attraverso l’idea di un “Cantiere di Studi Artistici” col quale, richiamandoci alla fonte storica dei Trattati antichi dell’Arte, rivalutare e recuperare abilità artistiche quasi dimenticate.